Cessione del quinto: quando chiedere un recupero delle spese

La cessione del quinto è un prestito bancario, che può chiedere un privato o un’impresa. Il prestito può essere rinnovato o estinto anticipatamente. Qui i possibili scenari.

La cessione del quinto è un tipo di prestito specifico, previsto secondo normativa italiana dagli istituti bancari, e si basa sulla cessione di un quinto dello stipendio mensilmente, con garanzia fornita dall’azienda con cui il lavoratore ha un contratto di tipo indeterminato.

In Italia è prevista la cessione del quinto dello stipendio come modalità per estinguere di fatto un prestito bancario, e molti cittadini scelgono di avvalersi di questa possibilità per ottenere il prestito di cui hanno necessità. 

Secondo le attuali normative presenti nel nostro paese, l’importo massimo per stabilire la rata del rimborso mensile non può superare il valore di un quinto dello stipendio netto che il cittadino percepisce mensilmente. La durata per cui è previsto il rimborso è variabile, da 24 a 120 mesi.

Di fatto si tratta di un accordo particolare tra chi chiede il prestito e la banca. Può accadere che sia un privato o un’impresa a chiedere il prestito. La banca in questo caso valuterà lo stato in essere dell’azienda per accettare questo tipo di accordo. 

Quanto costa il prestito con cessione del quinto?

Il prestito prevede un costo, a cui si aggiungono alcune spese specifiche, come quelle di assicurazione, o le spese di mediazione.

Prima di procedere a stipulare un finanziamento, tramite prestito alla banca con cessione del quinto, bisogna valutare il costo del prestito, a cui aggiungere le spese accessorie. 

Per procedere con la cessione del quinto, il cittadino che chiede il prestito può estinguerlo cedendo il quinto mese per mese, per un determinato periodo (che come abbiamo visto può essere molto variabile, in base al prestito). Oppure estinguendolo in anticipo pagando in un’unica soluzione

Sicuramente la scelta di saldare il debito in una soluzione ha molteplici vantaggi:

  • Permette di liberarsi dal debito in poco tempo;
  • Garantisce la libertà dal pagamento mese per mese;
  • Garantisce minore rischio, valutando anche l’attuale situazione del mercato del lavoro.

Può accadere che il cittadino scelga di rinnovare, solitamente dopo 4 anni, il contratto di cessione del quinto, o procedere con un’estinzione anticipata, da cui scaturisce un conteggio estintivo.

Estinzione anticipata e rinnovo: come funziona

Il cittadino che stipula con la banca un contratto di cessione del quinto, può scegliere per il rinnovo o per l’estinzione anticipata. In questi casi, chiudendo un contratto, si stabilisce in automatico l’apertura del nuovo contratto.

Nella cessione del quinto, la banca prevede tutta una serie di spese aggiuntive e include mensilmente molte voci, che indicano i costi effettivi che il cittadino deve sostenere per il prestito:

  • Polizza assicurativa: ricordiamo che secondo la normativa italiana, la polizza di assicurazione è obbligatoria per prevenire i rischi, come la perdita del lavoro o altri rischi direttamente collegati alla vita del richiedente;
  • Costi di mediazione;
  • Altri tipi di costi.

Queste sono solo alcune delle voci di costo presenti, incluse nelle spese complessive che la banca chiede al cittadino nel caso di contratto con cessione del quinto. Quando il pagamento del prestito avviene a rate mensili, il cittadino effettivamente paga tutte le spese mese per mese

Ma quando invece viene richiesta l’estinzione anticipata, che di fatto chiude il debito in un unico momento, cosa accade? Può insorgere l’eventualità spiacevole che la banca applichi tutte le spese dei diversi mesi cumulativamente, sommandoli insieme, anche se, di fatto, il contratto viene estinto interamente in anticipo. Da come si deduce da questo meccanismo, il cittadino rischia di pagare in automatico le spese anche sui mesi per cui di fatto non sono applicabili. In questo caso la normativa italiana prevede che la banca restituisca al cittadino la quota pagata in surplus rispetto alla normale applicazione, prevista nei casi in cui si salda il debito in anticipo.

Quando chiedere il recupero delle spese?

in eccedenza, facendo riferimento a tutte le voci che abbiamo visto prima, che si collegano direttamente alle spese aggiuntive dei singoli mesi. 

La banca è tenuta a procedere nella restituzione delle spese in cui di fatto il cittadino ha già provveduto al pagamento in un’unica soluzione. La non restituzione è da considerarsi come atto grave, perché di fatto il cittadino sta pagando spese aggiuntive non applicabili. 

Mentre in alcune situazioni la banca provvede subito al rimborso, in modo totalmente trasparente, in altre circostanze esiste il rischio di perdersi in procedure burocratiche, rallentamenti o pratiche rese complesse dalle banche stesse. Il consiglio a chi si imbatte in questa circostanza è quello di chiedere il supporto di realtà specifiche che si occupano direttamente di risolvere situazioni similari, come Studio Etiko, tramiti tra i cittadini e le banche. Perdere la cifra corrispondente alla spesa aggiuntiva è un danno al privato, o all’impresa, e con un tramite è possibile venire a capo di questa spiacevole situazione. 

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Una risposta

  1. Ho rinnovato la cessione dopo 4 anni con un’altra banca, ma la banca uscente non mi rimborsa i costi upfront e recurring.
    Da un conteggio fatto risulta Euro 3.800 ca. da restituire.

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